we-are-trampled: Proteggiamo gli Artisti dalle sbarre dello zoo.

E cosa è successo da quel 7piovoso febbraio.

È successo che il 5 luglio gli artisti CALPESTANTI si sono riuniti nella meravigliosa cornice della Villa Castelbarco (Vaprio d’Adda, Milano) per il 2° grande evento del Movimento Trampled Art.

Avevamo conosciuto gli undici firmatari del manifesto a memoria di IRASCIBILI, dissi a febbraio. Erano undici ed ora sono trecento. No! Quattrocento… ma non importa realmente in quanto questo valore non corrisponderà mai al dato reale essendo, appunto, in continuo “Movimento”.

È stato scritto molto e molto pubblicato in merito alla giornata del 5 luglio, eviterò dunque di darne una narrazione simile, ossia: diretta su youtube, figure importanti del mondo dell’Arte quali Deodato della omonima galleria, il grande storico e critico Giorgio Grasso, la profonda sapiente e sensoriale critica Mattea Micello, la gioiosa presenza di artisti neo-movimentisti, le performance coinvolgenti in letture e musiche..(concisamente).

Vorrei invece darne una chiave di lettura diversa, quello che si è respirato, il suo significato e il perché.

Partiamo da un assioma: un Artista non nasce uomo nasce Artista.
Ed essendo tale e dunque incontaminabile –non è un uomo– mantiene intatti alcuni valori:
PUREZZA-LIBERTÀ-ENERGIA-AMICIZIA-GENEROSITÀ-ACCOGLIENZA

La purezza dell’Artista è contaminante. La sovrapposizione nello stesso spazio con altri Artisti ha la forza di rendere quel luogo e quello spazio verginale.
Un Artista è un filosofo naturale, vede con l’occhio dell’anima, stravolge i concetti collettivi del male e del bene, del giusto, dell’etico, dell’uomo. Stimola negli osservatori dubbi e domande creando il pensiero.
Libero concettualmente. Libero manifestamente.
È anche in nome di questa libertà che è stato creato il Movimento Trampled Art.
L’energia dell’Artista contagia, formando campi di magneto-positivismo energetico.
Nel pieno spirito dell’amicizia un Artista si prederà cura dell’espressione pittorica di un altro Artista, sentendola sua, soffrendo o gioendo per essa, ammirandola estatico.

Osservarli è stato magnifico.
Liberi dalle sbarre dello zoo: le gallerie, i condizionamenti, i chiodi a pagamento, il pensiero collettivo sociale.
E le loro opere, scappate dagli interni importanti pronti a celebrarli, sono state in realtà sparse nei giardini di una preziosa località creando un delizioso chiasso cromatico, stridente con l’ingessata eleganza del luogo.
Per questo mi dico “Vanno protetti liberandoli nel mondo”.

Il gruppo storico costituito da Marcella Arena,Teorema Fornasari, Luca Fagioli, Ivo Vassallo, Andrea La Casa, Giovanni Puntrello, Salvatore Palazzolo e naturalmente Alessandro Giorgetti  è in realtà andato oltre e le opere presenti… straordinarie.

Per quanto io non sia una critica dell’Arte, voglio descrivere questi straordinari Artisti attraverso le emozioni suscitate dal loro creato. Comprendo che dovrò genuflettermi all’acume critico di Mattea Micello ed alla grandezza di Giorgio Grasso chiedendo la redenzione del mio peccato: scusate, ma l’arte è pura osservazione dell’emozione.

Marcella Arena, pittrice raffinatissima. La sua mano sulle donne a cui dona una personalità che si anima oltre la tela: “Ti prego, esci da lì e raccontami per ore”  ti viene da chiedere. Perché sono donne che hanno un vissuto da raccontare. Morbidissima, precisa, vibrante, di Tamara de Lempicka è la sua pennellata dai colori sublimi. Una Signora della pittura che piange colta da Sindrome di Stendhal davanti all’opera dell’amico

Marcella Arena  Ar 3

Salvatore Palazzolo, timido, riservato, maestro dell’ Iperrealismo, (dovetti correggere alcune persone le quali non credevano si trattasse di pittura) ma con l’anima dei maestri antichi. La precisione in ogni tratto, la luce negli occhi, il fermo immagine del movimento, l’emozione che provi, la scelta cromatica dello sfondo. Caravaggio è tornato tra noi e parla attraverso il pennello di Salvatore, mentre Salvatore parla attraverso le sue opere.

Pal1   Salvatore Palazzolo

Teorema Fornasari -non basterebbe un libro- l’intelligenza nella provocazione. La capacità unica di mutare natura, stile, spirito dando percorsi tematici diversi e degni di una consumata carriera artistica. Teorema è l’Artista. Una grande stupenda Artista. Sorride, ma dentro sente tutte le voci dell’universo. Presente con ‘Arlecchini in movimento’ in realtà è Teorema in movimento. Teorema è un’opera d’arte che esce dal quadro o rientra nel quadro.

Teorema   Teo 1

Luca Fagioli, l’allegria nei colori primari usati con quello spirito di giocoleria, all’interno dei quali manifesta il suo correre e saltare per portare un sorriso e rasserenare. Lui. Il randagio. Il suo rispetto, il suo amore infinito per la grande famiglia del circo, eredi di una grande tradizione dei giullare di corte. A Luca il nostro rispetto per regalarci allegria. Cita l’arte nell’Arte, che rende liberi di essere e felici di essere.

Fagioli  Fag 1

Ivo Vassallo – aiuto, il Maestro– Ti cattura e ti porta direttamente nella scena: ti accorgi di avere i cavalli intorno, sei proiettato dall’interno e senti urlare tutto. Adoro i suoi colori con gli azzurri figli del trecento ed i rossi pompeiani. Adoro le sue pennellate robuste e delicate. Una finta irruenza che in realtà è estrema leggerezza. Come lui del resto. Una capacità di spostare l’ultraterreno nel terreno. Ivo è la storia dell’arte. Quanta cultura nelle sue opere. Quanta denuncia. Quanta esorcizzazione.

Ivo Vassallo  Vass2

Andrea La Casa, al richiamo della serenità per la felicità. Andrea il positivo. Nelle sue opere il surrealismo onirico si mescola con l’astrattismo: il caos da domare. Colline surreali che ospitano figure composte ad osservare. L’equilibrio e la calma sono i veri richiami, protagonisti a latere delle sue opere. Il suo sogno, la sua necessità di vita fatta dagli equilibri con la natura. E lui ridente, accogliente e sereno ha il viaggio e l’esplorazione dentro sé, confini indefiniti.

La cas 2   La casa 1

Giovanni Puntrello profuma di ellenismo storico. Ha il mare, la terra, la tragedia e la commedia. Tutto assieme.Usa la pietra e gli infonde anima e parola. Guardi ed il Teatro di Epidauro è pronto a raccontarti di nuovo con l’eco delle sue voci da deus-ex-machina. Leggende. Di nuovo in scena. Maschere. Giovanni parla con loro e trema davanti a loro, come si stupisse di essere lui “l’artefice di nuova vita”. Le vorresti tutte per il tuo personale Templo.

Puntrello.  Punt 2

Alessandro Giorgetti l’istrione. Alessandro il tutto. Il fondatore del movimento. Indispensabile. La parola, il silenzio delle sue opere, la religiosità, la vita, il trascinatore di pensiero. Il suo astrattismo seduce senza fine. “Il miglior astrattista di tutti tempi” -dicono di lui- “erede di Rothko”. Beh vi invito farvi sedurre dalle sue opere e meditare sulla sua ultima provocazione “Crucis Web“, inno alla santità dell’etere.

Giorgetti

Trampled Art, costituita nella sua base da questi Artisti, con il suo Movimento sovvertirebbe i templi dell’arte contemporanea, dal MOCA LosAngeles al MUSAC Leon.

Io aspetto e intanto osservo.

(Un mio personale saluto va a Ciro Palumbo, Sabrina Romanò e Marika Pozzi impegnati altrove da mostre personali )

eccolo! TANTO ANCHE SE METTI IL BAVAGLIO ALL’ARTE, LEI PARLA UGUALMENTE!

Gli IRASCIBILI

Gli IRASCIBILI

Leggere il manifesto di TRAMPLED ART riporta alla memoria il periodo degli IRASCIBILI quando, per protesta, quella straordinaria miscellanea di artisti esponenti dell’Espressionismo astratto si fecero fotografare vestiti da banchieri mandando una lettera infuocata al sindaco di New York. Le motivazioni di allora somigliano a quelle di oggi: dittatura finanziaria ed esclusione dalla imponente mostra sull’arte contemporanea al Metropolitan. Parliamo di artisti del calibro di Pollock, Rothko, Kooning, Newman.
E veniamo ai giorni nostri, dove i rumors degli artisti italiani si stanno facendo sempre più incessanti come un rullo di tamburo: tum-tuM-tUM-TUM. Gli artisti a questo punto si ribellano alla dittatura finanziaria che impone le sue regole.
Alessandro Giorgetti, grande esponente dell’arte conosciuto come l’erede di Rothko, fonda così il movimento TRAMPLED ART e riunisce dieci selezionati artisti con il compito di divenire ambasciatori.

Il TRAMPLED ART

Il TRAMPLED ART

Ognuno di loro chiamerà a raccolta altri artisti per condividere, sperimentare, rappresentare, istigare, coinvolgere, dipingere, riempire spazi, diffondere, liberare, esprimere, concettualizzare: perché un artista ha sempre qualcosa da dire.

Durante la presentazione alla stampa nella serata di ieri 7febbraio si è avvertita una scossa elettrica:
“La galleria ė un portale dove fare ricerca– dice Deodato – fare ricerca in maniera open, globale, inserendo anche il principio di bitcoins in cambio di opere d’arte”. La galleria Deodato Arte di Milano è il luogo che ha aperto le porte a TRAMPLED ART divenendone la sede

“L’arte uccide la mafia” afferma ampliando il concetto Giorgio Grasso, critico e coordinatore del Padiglione Italia alla 54a biennale di Venezia “è compito del pubblico decretare il successo di un artista, che ad oggi non può esporre perché un chiodo in una galleria costa trecento euro “ ed affrontando anche le difficoltà del regime fiscale che rende impossibile vendere la propria opera.

Ma le parole più belle sono quelle di Alessandro Giorgetti che pronuncia “Trampled” esattamente come si scrive, sottolineando il concetto di calpestare calpestando.

Milano puzza di vecchio, riportava nel 2012 la prima chiamata/ribellione della cultura a Milano… non più, non più.

Il TRAMPLED ART

Il TRAMPLED ART

Alessandro Giorgetti-Giovanni Puntrello-Ciro Palumbo-Salvatore Palazzolo-Ivo Vassallo-Luca Fagioli-Andrea La Casa-Marcella Arena-Sabrina Romanò-Marika Pozzi-Teorema Fornasari-  Ph. ufficiale:Micaela Zuliani

Avendo io il sangue costituito da giallo-ciano-magenta condivido il loro urlo.
Ogni artista racchiude in sé ed utilizza più linguaggi. Un artista è un libero pensatore che crea in modo unico, soggettivo e vede oltre. Possiede un linguaggio verbale, gestuale, mentale, metafisico, sensitivo, proiezionistico, introspettivo, liberatorio, futurista, precursore. Non conosco nessun’altra categoria che racchiuda in sé tanti modi di essere, concepire, vedere, esprimere.
L’Arte poi è un’ermafrodita miracolosamente puttana che si dona, si vergogna e si rigenera. L’Arte è sconcia e pura, come l’io (interiore ) e la morale (esteriore): il bisogno di un’artista che si palesa.

In Italia non si è persa la capacità di fare arte, ma è stato calpestato l’artista lasciando l’arte ad appannaggio esclusivo dei critici e delle dittature finanziarie e soffocando così la sua primaria natura: l’espressione.
La crisi museale in Italia- lessi tempo fa- è riconducibile al troppo Stato e poche idee. Pensiero che condivido a metà. Le idee ci sono eccome, diversa è l’ottusità mentale e di questa ottusità è parte anche il connubio stretto che porta al pensiero arte=museo. Niente di più sbagliato.
Non vorrei affrontare il tema della paura della cultura. Credo non ce ne sia bisogno.

L’arte è critica già di per sé, non sempre deve passare dall’imbuto di un’esperto che imponga chi come quando e dove. Al contrario ha bisogno di spazi comuni e collettivi, deve esplodere ed uscire, alimentarsi a vicenda grazie all’interscambio affinché anche gli esperti possano fare quello di cui sono capaci. Per questo motivo credo che loro stessi siano i primi a beneficiare della “messa in strada”.
Se si guarda oltralpe, l’attivismo della Spagna impressiona e il modello berlinese lo si percepisce come una scarica di energia cacofonica, di adrenalina fiorita e vitale.
Ma noi continuiamo a gettare alle ortiche la nostra splendida individualità che universalmente ci viene invidiata, il nostro gene e genio nell’espressività artistica.